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07 apr 2024

Domani - Jacques Martinez - -

dettagli evento

  • INFO

    Cell: +39 393 8680934
    E-Mail: info@fondazioneaugustorancilio.com

  • DATA

    Tutte le Domeniche - Dal 7 Aprile al 13 Ottobre - Dalle 11:00 alle 19:00

  • INGRESSO

    L’accesso alla mostra è libero, previo acquisto del biglietto d’ingresso a Villa Arconati

Domani - Jacques Martinez - -

Fondazione Augusto Rancilio è lieta di presentare la grande mostra di Arte contemporanea 2024:

DOMANI. Jacques Martinez a Villa Arconati
a cura di Martina Bortoluzzi e Valeria Foglia
dal 7 Aprile al 13 Ottobre 2024 - Ala Espositiva di Villa Arconati

La mostra, che si svilupperà nel corso del 2024 su quattro sedi espositive - oltre a Villa Arconati a Venezia, Lugano e Nizza - vuole essere una "prospettiva" su oltre cinquant'anni di studio dell'artista Jacques Martinez, che quest'estate festeggerà i suoi 80 anni.

Quattro saranno i punti cardinali di questa "storia": Astrazione; Uomo, figura, corpo; Paesaggio; Still life.

Questa la genesi di DOMANI, dalle dirette parole dell'artista: "Domani. Perché questo titolo per i miei quattro progetti nel 2024? A causa dell'ultimo festival della canzone italiana di Sanremo! Ebbene sì, in mezzo a queste canzoni popolari, con tutti i loro piacevoli limiti, tra il finto rap e la canzone d'amore tutta italiana, c'è stato un momento di inaspettata, fortunata sorpresa...entra in scena un uomo (Giovanni Allevi), ancora giovane, magrissimo, già con i capelli grigi. Un uomo e la sua storia, due anni di una malattia grave, molto grave, con giorni che si intuiscono essere i più vicini alla morte. Ma quella sera era vivo, vivissimo, un po' tremante per l'emozione prima degli applausi, e certamente ancora un po' affaticato. Così, comincia a suonare, da solo al pianoforte, nel silenzio più rispettoso della sala. In precedenza, ha avuto il tempo di parlare di Immanuel Kant, sì, Kant a Sanremo. Ha anche condiviso il titolo della sua musica. Tomorrow! Ho conservato l'affermazione positiva. Tomorrow."

 

JACQUES MARTINEZ

Nato a El-Biar, un piccolo villaggio sulle colline sopra Algeri, ha trascorso la sua infanzia nella città di Bône, oggi Annaba. Dal 1956 vive a Nizza, dove studia e consegue un master in filosofia. Si trasferisce a Parigi nel 1973, mantenendo sempre un laboratorio nel sud della Francia. Ha esposto alla Galleria Daniel Templon dal 1974 al 1985, poi alla Galleria Jean-Gabriel Mitterrand dal 1990 al 1997. Dal 1997 al 1999 dipinge l'affresco del Palazzo di Giustizia di Grasse. Dopo il 1990 e il suo matrimonio con Marie Seznec, ha fatto visite regolari in Spagna e in Italia.

All'inizio della sua attività è legato alla Scuola di Nizza: partecipa ad alcune mostre e un suo dipinto viene esposto all'inaugurazione del Centre Pompidou nel 1977, in occasione della mostra "À propos de Nice". Pur non nascondendo mai la sua ammirazione per l'opera di Martial Raysse, César o per alcune opere di Arman (fu anche assistente di questi ultimi due), dichiarò in un libro dedicato alla Scuola di Nizza di sentirsi piuttosto "estraneo o almeno marginale rispetto a tutta questa storia".

Questa distanza è stata confermata dall'inizio degli anni '90 quando trascorre lunghe e frequenti giornate in Catalogna, prima di stabilirsi definitivamente dopo la morte della moglie Marie sulle colline della Svizzera italiana, anche se spesso torna per brevi soggiorni al suo studio a St Paul de Vence "Clos Marie" che ancora oggi lo lega a molti bei ricordi.

Pur avendo mantenuto a lungo uno studio a Parigi, ha spesso vissuto e lavorato nell'Europa meridionale, come testimoniano le opere esposte nella sua mostra "Cinc Estacions" (2007).

Due passaggi del libro pubblicato nel 2007 per la sua mostra "Cinc Estacions" descrivono il suo approccio:

«La pittura, qui, torna ad essere un principio di interpellanza e di protesta. Stanca di interpretare il mondo, anch’essa inizia a sognare di trasformarlo. Da quando ci è stato detto della sua morte! Fin dai tempi in cui Cézanne fu il primo a dire: "E' stato David, cioè la virtù, che ha ucciso la pittura!" Martinez non è un uomo virtuoso, è un artista. Ed è per questo che è uno di quelli che, sotto i nostri occhi, stanno per smentire le nuove civette di Minerva che, dopo la fine della storia, dopo la fine della filosofia, profetizzano la fine della pittura». — Bernard-Henri Lévy, Jacques Martinez : Cinque stagioni

«Come se ogni dipinto dovesse essere una prova, come quelli che una volta si chiamavano 'capolavori', per dimostrare un'esperienza acquisita nel corso della storia della pittura, antica, moderna ed esattamente contemporanea, al punto da andare oltre questa storia, dal momento che Five Seasons (il titolo della mostra) colloca immediatamente l'opera in un eccesso di tempo.» — Catherine Millet, Jacques Martinez : Cinque stagioni

Criticando il suo libro del 2012 Espagnol de merde ou la vrai et longue histoire des Cinq Saisons, Philippe Trétiack ha scritto su Elle: «Che bel libro! Uno di quelli che ti rende la vita più bella e ti rende un po' più intelligente».

Possiamo anche citare Jacques Henric su Art Press: «Il successo del libro (...) ha a che fare con il modo in cui Jacques Martinez ci fa comprendere la profondità della sua biografia che ha nutrito il suo lavoro pittorico per tre anni».


La mostra sarà visitabile tutte le domeniche in occasione dell'Apertura al Pubblico di Villa Arconati.

Ingresso libero, previo acquisto del biglietto d'ingresso a Villa Arconati.

Orario di apertura al pubblico:
Domenica 11:00 - 19:00

 

Orari
Tutte le Domeniche - Dal 7 Aprile al 13 Ottobre - Dalle 11:00 alle 19:00
Importante

Si ricorda che una volta effettuato l'acquisto non sarà possibile modificare data, orario e tipologia biglietto. Non sono previsti annulli e rimborsi.

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