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IL BORGO ARCONATI

Da Borgo rurale al nuovo borgo della creatività.

Il Borgo Arconati si è sviluppato come un agglomerato rurale attorno alla “Villa franca del Castellazzo” di cui si attestano testimonianze fin dall’epoca medievale, in un territorio ricoperto da brughiera e da boschi, con terreni destinati rispettivamente ad aratorio e a prato per il pascolo.

Comprendeva inizialmente case coloniche, stalle, rustici, a cui si sono aggiunte in seguito anche le abitazioni degli artigiani, degli agricoltori e degli operai della fornace. Situato a Nord della Villa, si è sviluppato in aderenza ad essa, con successivi adeguamenti dei corpi di fabbrica e dei cortili fino a raggiungere la sua attuale configurazione all’inizio del Novecento.

Il complesso è suddiviso in più corti: dalla Corte Grande - con al centro il pozzo - alla Corte Nuova, un tempo riservata ai contadini, fino alla Corte delle Case Nuove e alla Corte del Fabbro. Furono in seguito annessi, oltre al Castellazzino, ad uso residenziale, la Cascina Scessa, le Fornaci, l'oratorio della Fametta e l'antico cimitero.

Oggi gli spazi del Borgo Arconati, per la loro atmosfera, e per la loro vicinanza strategica a FieraMilano a Rho, sono oggetto di studio di un nuovo progetto di recupero e riconversione immobiliare, che si affianca a quello di Fondazione Augusto Rancilio per il futuro di Villa Arconati-FAR: l’ambizioso progetto vuole la sua trasformazione in un “Borgo della Creatività”, dedicato a residenze e atelier per professionisti dell’arte, dell’architettura e del design, in genere per operatori dell’industria culturale e creativa, ma anche al servizio di nuove realtà come il polo universitario che si innesta sugli spazi di Expo a Rho.