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Teatro di Diana

TORNA A SPLENDERE IL TEATRO DI DIANA
In seguito ai lavori di restauro promossi da FAR con il sostegno della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, torna al suo antico splendore il maestoso Teatro di Diana, che i visitatori troveranno molto cambiato rispetto a come lo ricordavano. Nel corso del restauro sono state, infatti, ritrovate tracce delle cromie ottocentesche, molto differenti rispetto a quelle novecentesche: il progetto architettonico e decorativo ottocentesco prevedeva, infatti, una palette di cromie che richiamasse le tipologie di pietra che costituiscono la struttura, ovvero il serizzo, il ceppo, l’arenaria e il granito rosa. Queste sono, dunque, le cromie che il pubblico potrà ammirare, opportunamente studiate e ricollocate a seconda del progetto decorativo originario.
Le sculture raffiguranti le due ancelle di Diana sono in marmo bianco, conseguentemente anche l’imponente statua della dea, in gesso, simula questo materiale prezioso.  La differenza cromatica più evidente rispetto a quanto eravamo abituati a vedere si nota sulla parte alta della nicchia di Diana, dove non compare più la conchiglia di gusto barocco, sostituita dal cielo stellato ritrovato in corso di restauro: un riferimento diretto a Diana divinità della notte e della purezza.

Nel corso del restauro è stato, inoltre, possibile comprendere che nel corso dell’Ottocento il teatro è stato modificato strutturalmente: ne è stata, infatti, alzata la sommità inserendo sopra al timpano una meridiana. Per la prima volta dopo più di un secolo tornerà a funzionare il complesso sistema di giochi d’acqua del teatro, il più imponente e spettacolare di tutto il giardino storico! Zampilleranno anche i giochi d’acqua della bellissima Fontana dei Tritoni di fronte a Diana, in marmo di Candoglia, realizzata su progetto del grande pittore e scultore seicentesco Camillo Procaccini.
 

La storia del teatro:
Il Teatro di Diana è uno dei più antichi della villa: lo si ritrova già in una incisione tardo seicentesca che illustra il giardino di Castellazzo di Galeazzo Arconati ed è riprodotto sia nelle stampe settecentesche di Marc’Antonio Dal Re che nelle fotografie storiche di fine Ottocento. Non è un caso se il teatro di Diana si trova sulla prospettiva principale dall’ingresso ovest (sulla strada per Varese) ed è il teatro più grande tra tutti quelli presenti in villa: Diana è, infatti, la divinità protettrice della caccia, passatempo prediletto dall’aristocrazia.

I ritrovamenti:
Nel corso del restauro è stato ritrovato, sul retro della statua di Diana, l’arco originale in stucco che è stato ricollocato sulla spalla sinistra della dea. L’arco di legno che si trovava nella mano sinistra della statua sarà sostituito con una freccia, come era in origine. Grazie ad alcuni documenti settecenteschi e alle fotografie storiche è stato, infine, possibile decifrare e riproporre i due motti in latino collocati nei cartigli: sulla parte alta «Praesidet hic nemorum custos, custosq. pudoris» sul basamento «ipsa sibi sedem formavit diva triformis». Due chiari riferimenti alla dea e alle sue più classiche caratteristiche mitologiche.

Fondazione Augusto Rancilio desidera ringraziare Magistri Restauro e SAEM-SMC per l’impegno profuso per i lavori di recupero del bene.